Campanile Cattedrale

Campanile Cattedrale

È stato più volte soggetto a crolli (1456 e 1563 per terremoto; nel 1698 per un fulmine) e a successive ricostruzioni. 

Nelle tre ricostruzioni sono state conservate la monofora a saettiera, la soprastante bifora cieca e la scalinata. Quest’ultima è costituita da quattro sezioni (117 gradini dal piano stradale; 106 dalla sacrestia): la prima sezione porta alla loggia scoperta, la terza di sedici scalini porta al piano superiore. 

Sotto la bifora romanica, a sinistra della torre campanaria, vi è una iscrizione del XII sec. a caratteri onciali. Fu eretto sui resti del maniero normanno ed elevato dai tetti in su sotto l’episcopato di mons. Cavalieri (1690-1705). Il card. Orsini vi contribuì con una spesa di 700 ducati per riportarlo all’antico splendore. 

Presenta una pianta quadrata, scandito da quattro ordini, con tre cornici.
Il primo ordine si caratterizza per una cornice e due bifore cieche o “atlante” e al di sotto della prima cornice una monofora a saettiera (XII sec.). All’interno, all’altezza della bifora cieca, si apre la
porta delle carceri per il clero istituite seguendo le indicazioni di Trento nel 1564 nelle stanze adiacenti alla sacrestia e poi spostate nelle due stanze del campanile, come attestano le iscrizioni sui muri con le date 1656, ecc.


Il secondo ordine presenta una balaustra, in cui si aprono il vano delle campane del vecchio campanile (da notare i monconi delle vecchie travi di legno); l’accesso, attraverso un’antica bifora, alla terrazza dell’episcopio; alla stanza della guardiola delle carceri; e all’aula sul presbiterio sotto la capriata della Cattedrale.

Il terzo, in cui si trovano due campane:


1) la più grande (diametro m. 1,37, con peso oltre Kg 1200; tonalità do 3-8/16) delle quattro del campanile, che porta la data del 1840, opera di Nicola Ripandelli e figli, (Sant’Angelo dei Lombardi, AV) dedicata all’Assunta. 

Sulla Campana si trova l’iscrizioni in latino che tradotte
recitano:


– “Santo Dio, Santo forte, Santo immortale, abbi pietà di noi. Ha vinto il Leone di Giuda: fuggite potenze nemiche”.
– “Nella tua concezione, o Vergine, Immacolata, fosti. Assistici, propizia. Vescovo Cassiodoro Margarita.


2) La seconda, usata per le celebrazioni feriale, pesa Kg 17 ca. e reca l’iscrizione: “Anno del Signore 1772” con la tonalità: lab5+3/16.


Tra il terzo e il quarto ordine si apre il belvedere sul rione piaggio.
Il quarto ordine è caratterizzato dai barocchi balconi a balaustri e archivolti dove sono le campane più piccole:


1) la campana centrale (diametro m. 1,11 con circa kg 700; tonalità Mi3+6/16) di S. Michele del 1786, opera di Nicola Bruno di Avinella, con l’iscrizione in latino che tradotta recita:
– “Raduno, consacro, noto, canto, piango (segnalo) i santi, i giorni, le ore, le nubi, gli incenti.
Anno del Signore 1786”;


2) La seconda posta sul lato della piazza (diametro m. 0,71 con circa kg 205; tonalità reb4+4/16) del 1821 opera di Francesco Intini delle Noci e Ferdinando Olita di Vignola;


3) La terza (diametro m. 0,59, con kg 120; tonalità Mib) che si affaccia sul lato terrazza dell’episcopio del 1955, opera di Giustozzi (Trani) che reca l’iscrizione: “Dedicata alla Beatissima Maria Nostra Signora del Sacro Cuore. Arteficie Nicola Giustozzi di Trani”. 

Il
campanile termina con una copertura a “cipolla” di eco barocco.

 

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